Il tema del recupero crediti é uno dei più spinosi negli ultimi tempi.
Sembra quasi che non pagare i propri debiti sia diventata una moda e chi li paga puntualmente e senza ritardi sia quasi un alieno, una mosca bianca rispetto agli altri.
Se anche tu hai dei soldi da recuperare e non sai come ti devi comportare, questo articolo fa per te.
Cosa fare prima di rivolgerti ad un legale
La prima cosa importante da ricordare è che quando tu avanzi dei soldi da qualcuno non puoi pretenderli a tempo indefinito. Infatti ci sono dei periodi di prescrizione che devi rispettare oltre i quali, anche se il tuo cliente non ha pagato nulla, non potrai più pretendere il tuo credito. Il termine di prescrizione ordinario è di 10 anni, ma ci sono situazioni dove i termini sono molto più brevi, anche 6 mesi o un anno.
Anche senza dover scomodare l’istituto della prescrizione di cui ti ho appena accennato, è comunque sempre bene tenere monitorati tutti i crediti e non lasciar passare troppo tempo prima di iniziare coi primi solleciti. Questo perché la legge guarda con sfavore coloro che si disinteressano a tutelare i propri interessi. Per tutelare i tuoi diritti basta semplicemente inviare qualche lettera e qualche mail; non avere paura di farlo: è meglio inviare una o due mail in più piuttosto che una o due mail in meno.
Naturalmente occorre andare per gradi: sarà magari opportuno scegliere come prima cosa di effettuare qualche telefonata cortese per cercare di capire come mai il pagamento non è avvenuto nei tempi concordati. Dopodiché, se la risposta è vaga o se il cliente promette di pagare e invece poi non adempie, allora è il caso di cominciare a scrivere.
Se vuoi sapere come fare a scrivere una lettera avente valore legale per il recupero del tuo credito leggi questo articolo, in cui ti spiego i passi fondamentali da seguire per la scrittura della tua lettera.
Se dopo l’invio di questa lettera, trascorse almeno un paio di settimane, il cliente non si mette in contatto telefonico o via mail con te, allora è il caso di fare un sollecito scritto molto più serio nel quale, alla fine della lettera, dovrai dire chiaramente che, in mancanza di riscontro o di pagamento, sarai costretto a rivolgerti al tuo legale.
Se invece si apre un dialogo con il debitore è molto importante ascoltare bene quali sono le ragioni per le quali il pagamento non è andato a buon fine, per cercare di trovare una soluzione.
Se il cliente lamenta qualcosa in ordine alla qualità del prodotto o del servizio che gli hai fornito, cerca di mantenere la calma e di non saltare subito alla conclusione che si tratti di un pretesto. Prova a sospendere per un attimo ogni giudizio e limitati a valutare se davvero queste critiche abbiano, o meno, un fondamento. Se l’obiezione si rivelerà un mero pretesto per ritardare il pagamento, allora prosegui con la lettura di questo articolo. Se, invece, trovi che in effetti qualcosa non è andato per il verso giusto (perché può succedere a tutti) allora cerca di andare incontro al cliente, concordando magari una riduzione di prezzo oppure proponendoti di offrirgli qualcosa di aggiuntivo che magari possa compensare ciò che è andato storto.
Se il motivo del mancato pagamento sono delle difficoltà economiche sopravvenute – una volta accertato che non si tratti solo di scuse, ma di oggettive difficoltà imprevedibili al momento dell’ordine o del conferimento dell’incarico – allora sarà utile concordare un piano di pagamento dilazionato, che possa agevolare il tuo cliente e che possa assicurarti che, seppur con un pò più di pazienza, tu possa avere tutti i soldi che ti spettano. Non sarà certo qualche mese di attesa in più a cambiarti la vita, soprattutto dopo che avrai letto l’ultimo paragrafo di questo articolo!
Dal legale
Molte volte accade che le persone decidano di pagare solo quando ricevono veramente una lettera forte, soprattutto se firmata da un avvocato. E, quindi, quando ti rivolgi ad un avvocato per il recupero del tuo credito, il primo passo è sempre quello di scrivere una diffida su carta intestata dello studio.
Non preoccuparti se hai già scritto e telefonato più volte, perché la diffida scritta e firmata da un avvocato ha una valenza specifica.
Una lettera firmata da un legale, spesso, è più che sufficiente per far capire al cliente che stai facendo sul serio e che hai intenzione di andare fino in fondo.
Anche il fatto che l’avvocato aggiunga, alla richiesta del capitale, le competenze del proprio intervento è un fattore che dissuade dal procrastinare oltre l’adempimento.
Dopo l’invio della lettera da parte dell’avvocato, potranno verificarsi vari scenari: il cliente potrà contattare l’avvocato e cercare di discutere un accordo o un piano di pagamento dilazionato; oppure potrà rivolgersi ad un proprio avvocato che contatterà il tuo e con il quale si cercherà di trovare un accordo.
Se proprio l’accordo non si raggiunge, e il cliente non vuole in alcun modo pagare, o semplicemente si rifiuta di rispondere alle telefonate, alle lettere e alla diffida inviata dall’avvocato, allora a quel punto sarà importante capire se è il caso di procedere giudizialmente contro il debitore.
Questo tipo di valutazione è molto delicata e deve essere fatta con molta cura. Fondamentale sarà capire, innanzitutto, se l’entità del credito può giustificare o meno i costi di un procedimento giudiziario.
Un altro aspetto importante è quello di valutare la solvibilità del cliente debitore. Si deve infatti valutare se il cliente abbia un patrimonio composto di beni o dei redditi che possono eventualmente essere pignorati e, quindi, dare luogo ad un’azione esecutiva fruttuosa.
Dal Giudice
Una volta stabilito che l’entità del credito e la solvibilità del debitore giustificano il ricorso all’autorità giudiziaria, il primo passo da fare è quello di chiedere al giudice competente l’emissione un’ingiunzione di pagamento nei confronti del cliente debitore: questo procedimento si chiama ricorso per decreto ingiuntivo e normalmente può essere chiesto per la maggior parte dei crediti muniti di una prova scritta: cioè il contratto, le fatture, la prova che la tua prestazione è stata eseguita e che siano scaduti i termini per il pagamento.
Si tratta di un procedimento abbastanza veloce e snello che, a seconda dei tribunali o degli uffici del giudice di pace, si risolve in pochi mesi: in pratica il giudice emette un ordine di pagamento senza nemmeno sentire il debitore e, una volta emesso l’ordine di pagamento, questo va notificato al destinatario che avrà un termine di 40 giorni per poter fare opposizione.
Se il debitore non farà opposizione, allora a quel punto disporrai di un’ingiunzione di pagamento definitiva che avrà lo stesso valore di una sentenza che accerta il tuo credito nei confronti di quella persona.
In taluni casi specifici è anche possibile ottenere la provvisoria esecutorietà: vale a dire che non devi attendere 40 giorni per iniziare l’azione esecutiva.
Se il debitore farà opposizione, allora si aprirà un vero e proprio contenzioso civile ordinario, che seguirà il suo naturale corso con l’istruttoria della causa e la sentenza finale.
Fatto questo passaggio, occorre fare un’altra intimazione al debitore che si chiama atto di precetto con il quale gli viene intimato di pagare immediatamente, o entro massimo 10 giorni, altrimenti si procederà ad esecuzione forzata.
Se anche la notifica dell’atto di precetto non porterà alcun risultato, allora occorrerà iniziare l’esecuzione forzata. Ce ne sono di vari tipi: l’esecuzione immobiliare, l’esecuzione presso il datore di lavoro, presso la Banca, l’esecuzione mobiliare e così via.
I tempi per poter portare a casa effettivamente il tuo denaro possono essere veramente variabili a seconda dell’andamento di questa procedura e del tipo di esecuzione che si sceglie. Considera che un’esecuzione immobiliare (che comunque è consigliata solamente per crediti di una certa entità) ci mette anche 10 anni per arrivare a compimento e, quindi, sono delle procedure piuttosto lunghe e costose.
Ecco perché la migliore forma di tutela è quella di agire in prevenzione! Stabilire degli accordi chiari, scritti e che non possano dare adito a fraintendimenti, con modalità di pagamento ben congegnate, possono evitare davvero di rimanere impigliati nei polverosi ingranaggi della macchina della giustizia.
Imbarcarsi in un recupero forzoso del credito significa investire un bel po’ di soldi e anche tempo e quindi, proprio per questo motivo, la cosa migliore da fare è la prevenzione, predisponendo contratti ben studiati e blindati, che ti possano tutelare in modo tale da evitare di dover arrivare a ricorrere ai Tribunali per poter recuperare il denaro che ti spetta o, peggio, di dover rinunciare al tuo credito perché l’azione per il recupero si rivela antieconomica o non conveniente.
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