Nel corso di uno dei miei interventi formativi online mi è stata posta questa domanda: “Cosa ne pensi delle piattaforme online low cost per la registrazione dei marchi?”
Non conoscevo l’esistenza di queste piattaforme ma la risposta immediata che ho dato è molto semplice: il marchio può essere anche registrato in modo autonomo, basta recarsi in Camera di Commercio e pagare le relative tasse e bolli.
Poiché il tempo per rispondere a questa domanda era ridotto all’osso, ho pensato di dedicare questo articolo proprio per spiegarti quali sono i costi per la registrazione del marchio e per rispondere alla domanda se sia necessaria l’assistenza legale di un consulente per depositarlo.
Ma prima vediamo alcuni concetti importanti per arrivare a rispondere a queste domande in modo chiaro e preciso.
Cosa vuoi proteggere?
Sembra una domanda stupida, ma non lo è affatto.
Un marchio registrabile può assumere molte sembianze, perché può essere:
un nome
un’immagine
un nome e un’immagine
un suono
un marchio di forma
un marchio di posizione
un marchio di colore (unico o in combinazione)
un marchio a motivi ripetuti
un marchio olografico
un marchio in movimento
un marchio multimediale
talora anche un marchio olfattivo
Lo avresti mai detto?
Se, quindi, vuoi proteggere il logo con dei colori determinati, dovranno essere ben rivendicati anche quelli.
Un marchio di posizione, per fare un altro esempio, sarà tutelato solo e nella misura in cui quel segno sia posto in quella precisa posizione (ad esempio delle semplici righe su una parte determinata di una calzatura).
Insomma è necessario indicare bene del dettaglio qual è la protezione richiesta, per offrire all’ufficio competente e a tutti i soggetti interessati, l’esatto perimetro della tutela.
Tutto ciò che è fuori da quel perimetro è libero!
Verifiche preliminari
Prima di registrare un marchio, è opportuno (anche se non obbligatorio) svolgere una ricerca di anteriorità che permetta di verificare non solo che non vi siano marchi registrati identici al tuo, ma che non vi siano anche marchi simili che possano generare confusione e conseguente pericolo di opposizioni o di cause legali per la nullità del marchio.
Per effettuare questa ricerca è necessario attingere a banche dati dedicate e non limitarsi solo ad una semplice ricerca online.
Io sconsiglio sempre caldamente di fare questa ricerca perché con qualche centinaio di euro si possono evitare spese ben superiori, nella malaugurata ipotesi che spunti dal nulla qualcuno che si opponga alla registrazione del marchio o ne chieda la pronuncia di nullità.
Il mio studio fornisce questo servizio sia a livello italiano che a livello europeo.
Dove registrare il marchio
Una delle prime domande alle quali rispondere prima di registrare un marchio è la seguente: “In quali territori voglio che il marchio sia registrato?”
Infatti non esiste la possibilità di ottenere una registrazione del marchio con effetto globale e universale (e se ciò fosse possibile, ammesso e non concesso che sia davvero utile, sarebbe sicuramente eccessivamente costoso) ma occorre scegliere l’area geografica nella quale vogliamo usare il nostro marchio in modo esclusivo.
La registrazione del marchio può essere circoscritta al solo territorio italiano, può essere estesa a tutti i Paesi membri dell’Unione Europea oppure, uscendo dai territori dell’UE, occorre scegliere il singolo paese di destinazione e seguire le procedure ivi previste.
La scelta del territorio è determinata dall’estensione attuale della tua attività; se, ad esempio, lavori solo nel mercato italiano, conviene registrare il marchio solo in Italia.
Se lavori con il mercato italiano ma hai già delle mire espansionistiche, allora conviene pensare ad una registrazione di un marchio comunitario.
Se i tuoi affari si sviluppano anche in Paesi extra UE, avrà senso registrare il marchio in quei luoghi, dopo aver ottenuto la registrazione in UE.
La scelta deve essere molto accurata: visto che una singola registrazione del marchio ha la durata di 10 anni, occorre pensare un pò oltre e valutare attentamente la scelta migliore del caso, bilanciando i costi ed i benefici.
Se ad esempio volessi registrare oggi il tuo marchio solo in Italia e tra un paio di anni anche in Europa, dovresti sopportare un esborso inutile (visto che il marchio europeo, ovviamente, copre anche l’Italia in qualità di paese membro dell’Unione Europea).
E’ chiaro che se ancora non sai se e quando ti espanderai col business, vale la pena essere prudenti e, intanto, registrare il marchio solo in Italia.
Quindi non lasciare questa scelta al caso.
Quali classi scegliere
Una volta deciso il tipo di marchio da registrare e il territorio, occorre scegliere con cura le classi di registrazione.
Anche in questo caso una singola registrazione non copre tutti i settori merceologici possibili; o meglio, potrebbe anche farlo ma, anche in questo caso, sarebbe una follia perchè costerebbe un occhio della testa.
Perciò è necessario scegliere con cura le classi di registrazione, che sono divise in due grandi settori (prodotti e servizi), sono in numero progressivo e seguono la c.d. classificazione di Nizza.
Non corrispondono né ai codici ATECO, nè al settore merceologico, ma raggruppano in modo omogeneo diverse attività afferenti ad uno specifico settore.
Anche la scelta delle classi di registrazione è molto importante, visto che se si sbaglia qualcosa e resta fuori una classe importante, non avremo protezione verso chi usi quel marchio (o peggio lo registri) per le classi escluse dalla nostra domanda.
Peraltro, se dimentichiamo qualcosa, non è possibile integrare le classi ma è necessario procedere ad una nuova registrazione, raddoppiando quasi i costi.
Come registrare il marchio
Una volta affrontati con cura tutti questi aspetti, possiamo finalmente concentrarci sulla compilazione e il deposito della domanda.
Per registrare un marchio italiano, ad esempio, è possibile farlo sia con la procedura classica, depositando la domanda in una qualsiasi Camera di Commercio territoriale, oppure tramite la procedura online.
La domanda va compilata con molta cura perché, come abbiamo visto, una volta depositata non possiamo cambiare o aggiungere nulla.
Come detto, il deposito della domanda non richiede l’assistenza obbligatoria di un consulente ma, per stare più tranquilli, ti consiglio di affidarti a chi lo fa di professione.
Puoi anche solo decidere di chiedere una consulenza per chiarirti le idee oppure puoi decidere di farti assistere completamente: in quest’ultimo caso il consulente abilitato può assumere la rappresentanza del marchio per tutti i 10 anni di validità della registrazione.
Il mio studio offre sia l’una che l’altra opzione.
Per ogni approfondimento, vai QUI
Quanto costa registrare un marchio?
Per registrare un marchio occorre sostenere dei costi.
Prima di tutto ci sono le tasse.
A seconda del numero di classi e del territorio per i quali la registrazione viene richiesta, il costo può variare.
Per un marchio italiano, ad esempio, vanno calcolati:
€ 101,00 registrazione con una classe compresa
€ 34,00 per ogni classe oltre alla prima
€ 42,00 marca da bollo
Per un marchio comunitario, vanno investiti:
€ 850,00 registrazione con una classe compresa
€ 50 per la seconda classe di servizi
€ 150,00 dalla terza classe in poi
Oltre a questi costi, se vuoi farti assistere, occorre aggiungere anche le competenze dell’assistenza o della consulenza.
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Conclusioni
La registrazione del marchio è un passo importante e fondamentale per un brand, per tutelare il proprio segno distintivo.
Farlo con dei professionisti ti mette al riparo da errori che potrebbero costare cari.
Puoi decidere, se lo desideri, di prenotare una consulenza per definire bene tutti gli aspetti da determinare e da inserire nella domanda di registrazione; se poi, all’esito della consulenza, vorrai anche procedere con il deposito della domanda, il costo della consulenza sarà decurtato dalle competenze richieste per la registrazione del marchio. Per ogni dettaglio, vai QUI.