In questo articolo voglio spiegarti come creare un logo di successo, che rappresenti e contraddistingua il tuo brand e che possa ricevere tutte le tutele previste per legge per i marchi d’impresa.
Sì perché mica tutti i segni grafici possono ricevere tutela!
Potresti pensare che, intanto, puoi accontentarti di un logo fatto al volo e poi, se il tuo business crescerà, potrai pensare a qualcosa di più serio.
A questa affermazione rispondo: allora aspetta a creare il logo!
Non è indispensabile per far decollare il tuo business e, se ne crei uno al volo per poi successivamente passare a quello definitivo, occorre un lavoro di rebranding che ha un costo, in termini di tempo, energie e soldi, che puoi volentieri risparmiarti.
Io questo errore l’ho fatto in prima persona e scrivo questo articolo proprio per cercare di evitare che lo faccia anche tu.
Ecco perché ti racconto la storia del mio brand!
Gli inizi e il primo logo
Quando ho fondato Legale Digitale, nel 2018, la prima cosa che ho pensato di fare, per avere un mio logo, è stata quella di cercare online qualche servizio a basso costo per ottenerne uno tutto mio.
Sembrava molto facile e veloce, perché in pochi click ho potuto vedere una serie di proposte, selezionarne alcune e poi, confrontandole, sceglierne una che fosse – pensavo io – aderente alle caratteristiche del mio progetto.
Con pochi click e qualche decina di euro avevo ottenuto un logo tutto mio, declinato in vari formati e colori (bianco e nero), da mettere sul sito e sulle intestazioni delle E-mail.
Col passare del tempo mi sono accorta che anche altri professionisti nel mio settore avevano avuto la mia stessa idea e, quindi, mi è capitato di vedere altri usare un logo che assomigliava di molto al mio, con qualche piccola variante.
Inoltre, durante un corso di formazione – nel quale abbiamo lavorato sul personal brand e sul Visual hammer – le mie compagne d’avventura mi hanno fatto notare una cosa della quale non mi ero nemmeno accorta: il simbolo centrale corrisponde proprio al tasto di spegnimento del computer.
Questo tasto suscitava, secondo il mio gruppo di lavoro, un senso di arresto, dal connotato negativo.
Poteva anche essere interpretato come: “Hei, fermati qui un attimo!”; ma le mie compagne di lavoro sono state unanimi nel concludere che quel simbolo suscitasse emozioni negative, proprio l’esatto contrario di ciò che doveva fare quel logo.
Allora mi sono chiesta che senso avesse avere un logo uguale a tanti altri e, soprattutto, mi sono resa conto che quel logo non mi rappresentava e che era un’immagine anonima, fredda e senza un’anima.
Il mio Rebranding e il vero logo
Questa crisi di identità mi ha portata a decidere di cercare qualcuno che potesse creare un logo, con uno studio approfondito del mio brand.
Ho acquistato il libro “Tutto fa brand” di Gioia Gottini ed ho cominciato, prima di tutto, a lavorare sulla mia essenza e sui miei valori (cosa mica facile), scavando nel profondo per trovare quello che c’era dentro di me e che volevo comunicare.
Non si tratta di creare un’immagine finta o l’icona desiderata, ma di capire chi siamo e che cosa vogliamo portare nel mondo col nostro contributo.
Mentre stavo facendo questo lavoro, mi ha contattata Daniela che, in modo molto delicato ed elegante, mi ha proposto di creare il mio log…. ehm no (già la sento che mi sgrida) … La mia identità visiva.
Lavorando con Daniela, che ha avuto la pazienza di guidarmi nel mondo del colore e della coordinazione, mi sono presto resa conto che un marchio studiato bene, come Designer comanda, rispecchia perfettamente quelli che sono i requisiti legali per ottenere la registrazione e la protezione di un marchio.
L’immagine qui sotto trasmette delle emozioni, che sono quelle che rappresentano il mio modo d’essere e di lavorare.
Nel manuale d’uso del marchio (sì, Daniela mi ha preparato un manuale che descrive l’attività di studio del logo e le modalità corrette per il suo utilizzo nelle varie declinazioni possibili) è descritto a parole ciò che questo segno grafico deve rappresentare:
La giurisprudenza nella declinazione digitale è costretta a cambiare
modalità comunicative, si fà semplice, immediata, alla portata di tutti, pret à porter.
Nella continua ricerca di un linguaggio universale contemporaneo, che potesse arrivare ad un pubblico in continuo movimento non avvezzo alla materia, ma con la necessità di acquisirne
gli aspetti essenziali e funzionali ai propri progetti di vita e di lavoro, è stato necessario un procedimento di semplificazione, a partire dalla simbologia tipica della materia legale e di quella digitale, per giungere all’idea progettuale qui presentata.
L’impianto grafico dichiara la sua natura istituzionale ma valorizzata da un tocco di modernità e di eleganza, determinata dalle scelte dei colori e supportata dal movimento delle linee.
I colori scelti, infatti, sono in continuità con la vision e la mission
del progetto imprenditoriale e della persona stessa che la rappresenta.
Il legale e il digitale si uniscono in un lavoro di squadra per far fronte al nuovo tipo di richieste di mercato.
Quindi cosa c’entra tutto questo con la tutela legale?
Per fare in modo che nessun altro competitor sul mercato possa usare un segno non solo identico, ma anche solo simile al tuo, la tutela accordata da ogni ordinamento statale è la Registrazione del marchio.
Per poter registrare un marchio serve, in primo luogo, presentare una domanda che deve essere vagliata da una Commissione di esperti (in Italia l’UIBM – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi).
Un marchio, per legge, può essere registrato solo se presenta i seguenti presupposti:
- NOVITA’: il segno grafico proposto non deve essere uguale o simile a un segno già noto o registrato.
- CAPACITA’ DISTINTIVA: non possono essere registrati segni divenuti d’uso comune o che costituiscano denominazioni o immagini generiche per prodotti o servizi.
- LICEITA’: segni ingannevoli o contrari all’ordine pubblico e al buon costume non possono essere registrati; allo stesso modo non possono essere registrati segni che violino diritti di terzi (pensiamo, ad esempio, al diritto d’autore su un disegno).
E’ evidente che un logo attentamente studiato sulla persona o sull’azienda che deve rappresentare, riuscirà a soddisfare in pieno i requisiti legali per richiederne la registrazione.
Se i requisiti in questione non sussistono, il marchio potrà essere successivamente dichiarato nullo, con conseguenze spesso molto pesanti sotto il profilo del risarcimento dei danni.
Dedicherò un articolo apposito per spiegare nel dettaglio come funziona un procedimento di registrazione del marchio.
Ma già questo basta per capire come sia importante lavorare fin dall’inizio pensando in grande, perché ciò che risparmi ora, potresti pagarlo il doppio domani.
Se sei curioso di saperne di più, guarda il video qui sopra: io e Daniela raccontiamo la nascita di un’identità visuale dal punto di vista grafico e dal punto di vista legale.
Abbiamo poi preparato un’infografica molto carina (grazie a Daniela) che riassume i concetti affrontati nel video, approfondendone alcuni aspetti. Se vuoi scaricarla gratis, la trovi QUI.
Se, invece, desideri ricevere una consulenza personalizzata per la registrazione del tuo marchio, vai QUI.