La legge di bilancio 2020 ha apportato alcune novità riguardo ai titolari di Partita IVA che beneficiano del regime forfettario.
Per molti versi questa finanziaria ha fatto dei passi indietro rispetto alla finanziaria 2019, che aveva allargato le maglie, estendendo i limiti di accesso al regime forfettario elevando il tetto massimo di fatturato annuo ad € 65.000,00.
Nonostante i rumors e le “voci di corridoio” che si insinuavano sul web tra fine novembre e dicembre 2019, questo tetto massimo è stato mantenuto, ma sono stati introdotti ulteriori limiti che hanno cambiato le carte in tavola per molti contribuenti.
Per comprendere a fondo e nel dettaglio queste novità, ho voluto confrontarmi con un’esperta, invitando ed intervistando la Dott.ssa Laura Rubini, Dottore Commercialista e Revisore Legale, con la quale abbiamo girato 4 video interviste, in cui abbiamo affrontato e sviscerato 4 novità introdotte dalla nuova finanziaria.
Eccole qui di seguito riassunte (e, per approfondire, non perderti i relativi video!)
Spese detraibili: nuove regole nel 2020
Si tratta di una novità che riguarda, in realtà, tutti i contribuenti, ad eccezione di coloro che beneficiano del regime forfettario senza avere anche altri redditi soggetti ad Irpef (come redditi da affitti, da pensione o da lavoro dipendente etc.).
Abbiamo ritenuto fosse importante comunque parlarne, perché si tratta di un tema che ha acceso molte discussioni e dibattiti sui media.
In sostanza, la regola generale è che le spese, suscettibili di detrazione, sono detraibili solo a patto che siano pagate con l’utilizzo di mezzi tracciabili (ovvero assegni, bonifici, bancomat e carte di credito).
Quindi il pagamento in contanti di una spesa detraibile, pur avendo regolare fattura, non sarà detraibile con la dichiarazione dei redditi che presenteremo nel 2021.
Le spese detraibili più comuni, che consentono di avere una detrazione del 19% sull’Irpef, sono:
le spese mediche
gli interessi sul mutuo prima-casa
le spese universitarie (anche dei figli)
le spese per gli asili-nido e scuola materna
le spese per l’attività sportiva dei figli da 5 a 18 anni
Poiché, come avevamo anticipato nel video, l’introduzione di questa novità è avvenuta notte-tempo, fino al 31 marzo 2020 anche i pagamenti delle spese detraibili eseguiti con denaro contante potranno comunque essere portate in detrazione.
Dal 1 aprile 2020, invece, non saranno più consentiti errori o sviste giustificabili.
Solo le spese per l’acquisto di medicine o dispositivi medici, il pagamento di prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche e il pagamento di prestazioni sanitarie rese da strutture private accreditate al servizio sanitario nazionale, potranno continuare ad essere pagate anche con denaro contante senza alcuna penalizzazione.
Il regime forfettario per chi ha un reddito da lavoro dipendente o da pensione
Anche per coloro che hanno un reddito da lavoro dipendente o da pensione, la finanziaria 2020 ha rappresentato una bella stangata.
Infatti nel 2019 non c’erano limiti di reddito per poter aprire una partita IVA in regime forfettario.
Oggi, invece, se il reddito da lavoro dipendente o da pensione supera il tetto – lordo – di € 30.000,00, il soggetto interessato potrà aprire (o mantenere) una partita IVA ma sarà costretto ad accedere al regime ordinario.
Nel video Laura ci spiega, con una semplice esempio numerico, quanto possa essere rilevante l’impatto di questa novità.
Per non parlare di chi, nel 2019, facendo affidamento alla normativa vigente, abbia pensato di concordare col proprio datore di lavoro una riduzione dell’orario di lavoro per potersi dedicare alla propria attività.
Oggi potrebbe trovarsi nella scomoda situazione di dover chiudere la partita IVA e di vedersi ridotti gli introiti per effetto della riduzione dell’orario di lavoro da full-time a part-time.
Regime forfettario e spese per i dipendenti
Anche per i titolari di Partita IVA in regime forfettario, la finanziaria 2020 ha introdotto un limite per le spese sostenute per lavoratori dipendenti o assimilati.
Si tratta dell’introduzione dell’importo massimo complessivo di 20.000 euro riferito alle spese sostenute nel 2019 per:
lavoratori dipendenti e collaboratori a progetto
lavoro accessorio
utili erogati agli associati in partecipazione
collaboratori dell’impresa familiare
Per sapere se il limite suddetto è stato superato, occorre calcolare il lordo (cioè il costo effettivamente sostenuto dal titolare di Partita IVA forfettaria) e non il netto riconosciuto al lavoratore subordinato o agli assimilati.
Regime forfettario e fatturazione elettronica
Questa, invece, è una bella novità introdotta dalla Finanziaria 2020 per chi ha una Partita IVA in regime Forfettario.
Per queste categorie di contribuenti non vige l’obbligo di emettere fattura elettronica, potendo continuare ad emetterla nel modo tradizionale (ovvero in forma cartacea).
Ma se aderirete spontaneamente all’emissione delle Fatture in formato elettronico, potrete beneficiare della riduzione del periodo di accertamento da 5 a 4 anni!
Infatti quando un contribuente subisce un controllo o un accertamento fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate, questa può analizzare e contestare la contabilità fino a 5 anni prima dell’accertamento medesimo.
Nel caso che stiamo esaminando, invece, il periodo di accertamento si riduce a 4 anni.
Ma c’è un altro vantaggio nello scegliere di aderire spontaneamente alla fatturazione in forma elettronica.
Con la fatturazione elettronica non sarà più necessario apporre la marca da bollo sull’originale cartaceo (con conseguente obbligo di spedizione postale), perché in questo caso anche il Bollo è virtuale e sarà liquidato su base semestrale dall’Agenzia delle Entrare e corrisposto con Mod. F24!
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