Il mondo digitale, come si sa, ha aumentato notevolmente il potere dei consumatori e dei clienti, che possono lasciare una recensione su un’azienda o un professionista con pochi click, avendo un peso importante sul Rating di quella realtà imprenditoriale o professionale.
Ma talvolta di questo potere si abusa e, per i motivi più svariati, arriva una recensione non solo negativa, ma anche falsa e tendenziosa.
In questo caso ci si deve difendere, ecco come.
Se da un lato la libertà di pensiero è costituzionalmente tutelata nel nostro ordinamento, come qualsiasi altro diritto primario, essa però non ha un’ ampiezza assoluta.
Quando la manifestazione di un pensiero travalica alcuni limiti, questo diventa illegittimo e può costituire anche reato.
È proprio il caso della recensione negativa falsa, che mira a ledere la reputazione di un’impresa diffondendo notizie false sul suo conto.
Cosa si intende per recensione negativa falsa? Ad esempio nel caso in cui il recensore riferisca di essere stato cliente di quell’impresa, descrivendo peste e corna della sua esperienza, senza in realtà averci mai messo piede. Oppure se la recensione contiene dei fatti non veritieri, come ad esempio citando la mediocrità di un prodotto o servizio che in realtà quell’azienda nemmeno tratta, e così via.
Ecco allora che il commento in questione diventa diffamatorio, finalizzato solo a screditare quell’impresa per motivi ben diversi da quelli dichiarati (ovvero una reale esperienza negativa, davvero vissuta), non più solo legittima espressione del proprio pensiero.
Intendiamoci la critica costruttiva è perfettamente legale, ma se si basa su fatti non veritieri, può diventare diffamatoria.
Anche un commento ironico sulla qualità del servizio è stato ritenuto legittimo, pur avendo dei toni un pò coloriti.
Ma quando il commento contenente elementi di fatto falsi è perpetrato tramite i social network o le pagine business dei motori di ricerca, integra anche l’aggravante dell’offesa arrecata a mezzo stampa e pubblicità, vista l’enorme cassa di risonanza che un semplice commento online può provocare.
In questi casi si può intervenire sia sotto il profilo penale, sporgendo querela, sia sotto il profilo civile per chiedere il risarcimento dei danni e per ottenere una tutela cautelare inibitoria per la rimozione del commento incriminato (cioè un provvedimento del Tribunale, con procedura veloce, che ordina la rimozione immediata del commento in questione, in attesa di definire nel dettaglio l’intera vicenda).
Prima di prendere qualsiasi iniziativa, comunque, è bene valutare attentamente l’accaduto e adottare i provvedimenti più opportuni in base al tipo di recensione negativa e ai danni effettivamente subìti a seguito della stessa.
A volte un commento negativo può fare molto male ma non essere, allo stesso tempo, a contenuto diffamatorio.
Meglio, quindi, valutare attentamente la questione con con un avvocato, come ad esempio la sottoscritta, che oltre ad avere le competenze tecniche per stabilire se si tratti o meno di un commento illecito, abbia anche la giusta lucidità freddezza mentale per non farsi coinvolgere e travolgere dalle emozioni che quel commento scatena al diretto interessato.
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